Il welfare aziendale è un tema sempre molto discusso e in Italia, purtroppo, esistono ancora realtà private poco virtuose che necessitano di un management che creda nel valore del benessere dei dipendenti.
Infatti il welfare è un insieme di iniziative e strumenti volti ad aumentare il benessere dei dipendenti, e posti in essere dall’azienda.
Sebbene ci siano ancora aziende carenti sul fronte della cultura del welfare, negli ultimi tempi si va sempre più in direzione di un riconoscimento dell’importanza di questo aspetto.
Il cosiddetto work-life balance, per esempio, ha acceso i riflettori sulla necessità che i lavoratori abbiamo un giusto equilibrio tra vita lavorativa e vita familiare ed extra lavorativa.
Non solo. È ormai pacifico che offrire riconoscimenti e incentivi ai dipendenti abbia ripercussioni positive sulla loro produttività e, di conseguenza, anche sulle performance dell’intera impresa.
La pandemia, che sta lentamente allentando la sua morsa, ha contribuito a far emergere l’importanza del benessere dei dipendenti da un lato e ha sdoganato il ricorso al lavoro agile dall’altro.
Questo secondo aspetto ha portato a interrogarsi sull’equiparazione del lavoro svolto in sede e da casa e a come poter riconoscere delle misure di welfare in maniera egualitaria a tutta la forza lavoro.
Anche grazie a questa evoluzione, il tema dei buoni welfare è tornato in auge.
Vediamo più da vicino come funzionano i buoni welfare e perché portano numerosi vantaggi per le aziende e per i dipendenti.
Cosa sono e come funzionano i buoni welfare
I buoni welfare sono dei voucher che l’azienda offre ai propri dipendenti con l’obiettivo di aumentare il loro benessere.
Tali voucher sono assegnati ai dipendenti e gli permettono di usufruire di beni e servizi tra quelli previsti dal piano welfare aziendale e di integrare così la retribuzione.
Quest’ultimo aspetto risulta sempre più percepito negli ultimi tempi, a causa dell’instabilità geopolitica ed economica e della crescente inflazione che questa sta comportando.
Ma in realtà, i buoni welfare sono tutt’altro che di recente istituzione.
Basti pensare che già con la Legge di Bilancio 2016 c’è stata la previsione normativa dei cosiddetti ticket welfare: dei buoni che hanno la caratteristica di essere dematerializzati, quindi gestibili in modo digitale.
Questa iniziativa del legislatore aveva da un lato l’esigenza di snellire l’aspetto burocratico e amministrativo dei voucher e dall’altro quello di andare incontro al sempre maggiore utilizzo del commercio elettronico.
Inoltre i buoni welfare digitali favoriscono la possibilità di gratificare i lavoratori da remoto, a cui abbiamo fatto riferimento in apertura, e che rappresentano a tutti gli effetti una categoria in costante aumento.
I beni e i servizi a cui i dipendenti possono accedere attraverso i voucher welfare sono diversi e possono riguardare tanto la vita lavorativa, quanto quella privata e familiare del lavoratore.
In particolare e solo a titolo esemplificativo, le macro aree in cui i voucher sono spendibili sono:
- corsi di formazione;
- viaggi;
- accessi a centri benessere;
- trasporti pubblici;
- attività di supporto alla genitorialità;
- servizi di assistenza agli anziani.
L’azienda stabilisce un elenco di strutture convenzionate che erogano i servizi di welfare stabiliti e i dipendenti riceveranno dei ticket fisici o elettronici grazie ai quali potranno riscattare tali servizi.
I vantaggi dei buoni welfare per aziende e dipendenti
Con l’impiego dei ticket welfare, tutte le imprese possono prendersi cura del benessere dei lavoratori, anche qualora non dispongano di strutture e aree adeguate.
Le grandi realtà, infatti, possono internalizzare alcuni servizi di welfare, basti pensare alle palestre aziendali a cui i lavoratori sono liberi di accedere.
I buoni welfare, invece, consentono di delegare la gestione dei servizi all’esterno attraverso la stipula di accordi e convenzioni.
Un vantaggio innegabile per l’azienda è quello di fidelizzare i collaboratori e aumentare i livelli di motivazione.
In secondo luogo, imprese e dipendenti possono ottenere benefici fiscali dall’utilizzo dei buoni welfare.
All’articolo 51 del TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi – è prevista infatti la possibilità per i lavoratori di ricevere tali beni e servizi e che non concorrano a formare reddito per i dipendenti.
Lato azienda, invece, le spese per buoni welfare sono deducibili ai fini IRES e IRAP per importi fino a euro 258,23 (in luogo dei 516,46 euro previsti ante Legge di Bilancio 2022).