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Crisi d’impresa: cos’è e novità 2023

Bandi e Finanziamenti Pubblici

La crisi d’impresa rappresenta l’incapacità corrente di un’azienda di generare flussi di cassa sufficienti per adempiere alle obbligazioni già assunte e a quelle pianificate ed è disciplinata dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (aggiornato al 19.08.2022) in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155 (Decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14).

Questo stato di crisi si traduce in una tendenziale e temporanea incapacità di generare un adeguato flusso di cassa operativo in modo continuativo e non episodico. E può manifestarsi attraverso fattori quali:

  • una struttura finanziaria sbilanciata, come il finanziamento di investimenti con linee di breve termine;
  • una gestione inefficace del circolante commerciale, come dilazioni ai fornitori inferiori rispetto ai clienti o una cattiva gestione del magazzino.

Queste situazioni possono portare a una crisi di liquidità e, se non gestite adeguatamente, possono sfociare in uno stato di insolvenza, mettendo a rischio la continuità aziendale.

Monitoraggio e parametri di emergenza della crisi d’impresa

Per monitorare la crisi, è essenziale un approccio retrospettivo, che analizza lo stato passato dell’azienda, valutando redditività, solvibilità e liquidità, e un approccio prospettico, che valuta la capacità futura dell’azienda di generare flussi di cassa netti positivi per ripagare i debiti nei successivi 12 mesi.

Questo monitoraggio costante è fondamentale per rilevare tempestivamente segnali di crisi e prendere misure correttive. L’adozione di strumenti di controllo organizzativo e amministrativo-contabile adeguati, come previsto dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa, diventa cruciale. Tale codice richiede alle imprese, su base volontaria, di dotarsi di tali strumenti, con l’obiettivo di rilevare tempestivamente lo stato di crisi e intraprendere azioni correttive senza indugi.

Il Codice della Crisi stabilisce parametri chiave per ritenere necessarie misure per l’emersione della crisi. Questi includono il rilevamento di eventuali squilibri patrimoniali o economico-finanziari e la valutazione della sostenibilità dei debiti e delle prospettive di continuità aziendale per almeno i dodici mesi successivi.

Sono inoltre indicati segnali specifici, come debiti per retribuzioni scadute da oltre trenta giorni pari a oltre la metà dell’ammontare, debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quelli non scaduti e esposizioni bancarie scadute da più di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti.

Crisi d’impresa: novità 2023

Nel 2023, sono state introdotte alcune nuove disposizioni legislative che hanno l’obiettivo di aiutare le imprese in difficoltà a gestire il proprio debito fiscale e a negoziare con i creditori in modo più flessibile.

Una delle principali innovazioni del 2023 riguarda la flessibilità nella rateizzazione dei debiti fiscali non ancora iscritti a ruolo.

Infatti, in base alla Risposta dell’Agenzia delle Entrate all’Interpello n. 443 del 2 ottobre 2023, le imprese possono ora pagare i tributi dovuti in rate variabili, in base ai flussi derivanti dal proseguo dell’attività aziendale.

Questo approccio consente alle imprese di adattare i pagamenti alle loro capacità finanziarie in evoluzione, offrendo una maggiore flessibilità nel contesto di una situazione economica instabile.

Inoltre, è stata introdotta una misura premiale che incentiva le imprese ad accedere alla Composizione Negoziata della Crisi. Secondo l’articolo 38, comma 1 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito in legge con la legge 21 aprile 2023, n. 41, l’Agenzia delle entrate può concedere un piano di rateazione fino a centoventi rate in caso di comprovata e grave situazione di difficoltà dell’impresa rappresentata nell’apposita istanza depositata e sottoscritta dall’esperto.

Oltre che la possibilità di avvalersi della misura premiale consente di rateizzare il pagamento di tributi non ancora iscritti a ruolo.

Questo significa che le imprese che dimostrano una situazione finanziaria critica possono beneficiare di una maggiore flessibilità nel pagamento dei loro debiti fiscali, facilitando così il processo di recupero e consentendo loro di concentrarsi sulla ripresa delle attività.

Inoltre, questo approccio mirato può ridurre il carico finanziario immediato sull’impresa, consentendole di utilizzare le risorse finanziarie in modo più efficiente per mantenere le operazioni in corso e pianificare il futuro.

Appare, quindi, indubbio che la misura premiale offre un incentivo concreto per le imprese che intendono aderire alla Composizione Negoziata della Crisi.

Conclusioni

Le nuove disposizioni legislative del 2023 offrono strumenti importanti per le imprese in crisi, consentendo loro di gestire in modo più flessibile i debiti fiscali e di negoziare con i creditori in modo più efficace.

La crisi d’impresa resta una sfida significativa, ma con le giuste strategie e il sostegno adeguato, le imprese possono superare le difficoltà e trovare una via verso la ripresa e la sostenibilità a lungo termine.