img

Focus sulla nuova Flat tax incrementale per le partite IVA

Bandi e Finanziamenti Pubblici

Nell’ambito delle recenti misure fiscali, la Circolare dell’Agenzia delle Entrate del 28 giugno 2023 n. 18 ha posto l’attenzione sulla nuova Flat tax incrementale per le partite IVA.

Questa nuova forma di imposizione fiscale sta suscitando grande interesse tra i professionisti autonomi e le piccole imprese, poiché promette di offrire semplificazioni nella dichiarazione dei redditi e vantaggi in termini di riduzione della pressione fiscale complessiva.

Nel presente articolo, esamineremo le disposizioni introdotte dalla Circolare, analizzeremo i soggetti ammessi al beneficio e forniremo un chiaro esempio di calcolo, in modo che i professionisti possano conoscere più da vicino questo nuovo regime fiscale.

Cos’è la nuova flat tax incrementale?

La nuova flat tax incrementale è un regime agevolativo opzionale, chiamato anche “tassa piatta incrementale”. Introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, commi da 55 a 57) e per il solo anno di imposta 2023, tale regime si rivolge ai i contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti  o  professioni, diversi da quelli che applicano il regime forfettario.

La sua istituzione mira a sostituire l’applicazione dell’ordinaria imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle relative addizionali regionale e comunale.

Come abbiamo accennato in apertura, tale misura fiscale ha l’obiettivo di semplificare la dichiarazione dei redditi e ridurre la complessità fiscale per i professionisti autonomi. Infatti, attraverso l’adesione a questa forma di imposizione agevolata, i professionisti possono pagare una tassazione forfettaria su una parte dei loro ricavi, mentre il resto rimane soggetto al regime ordinario di dichiarazione dei redditi.

Chi sono i soggetti ammessi al nuovo regime incrementale?

La già citata Circolare del 28 giugno 2023 n. 18 emessa dall’Agenzia delle Entrate fornisce dettagliate linee guida sulla Flat tax incrementale per le partite IVA e sui soggetti che ne possono beneficiare. Infatti, in generale, la Flat tax incrementale è destinata ai professionisti autonomi che svolgono attività commerciali, artistiche o professionali e che si qualificano come partite IVA.

Più in dettaglio, i soggetti interessati da tale novità, si possono raggruppare in due macro categorie:

  • le persone fisiche che esercitano attività d’impresa

compresi gli imprenditori agricoli individuali e ferma restando l’esclusione per i contribuenti persone fisiche che applicano, per il periodo d’imposta 2023, il regime forfettario

Tuttavia, occorre precisare che, ai fini dell’accesso al tale nuovo regime fiscale, non è sufficiente la titolarità di un reddito d’impresa, poiché la relazione tecnica al disegno di legge di bilancio 2023 prevede che vengano presi in considerazione i “redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni (quadro RE) e quelli derivanti dall’esercizio d’impresa (quadri RF e RG)”.

Una postilla dedicata la meritano poi i detentori di partecipazione in una società di persone o in una società di capitali che rileva solo se detenuta dall’imprenditore individuale nell’ambito dell’attività d’impresa.

Tale partecipazione deve essere indicata tra le attività relative all’impresa nell’inventario e, nel caso in cui non vi sia l’obbligo di tenuta del libro degli inventari, dal registro degli acquisti.

Inoltre, rientrano nel flat tax incrementale anche l’impresa familiare e quella coniugale non societarie e limitatamente al titolare dell’impresa stessa.

  • le persone fisiche che esercitano arti o professioni

Chi consegue un reddito di cui all’articolo 53, comma 1, del Tuir.

Calcolo della flat tax incrementale

Per calcolare l’imposta sulla Flat tax incrementale, è necessario individuare la parte dei ricavi imponibili che rientra nell’ambito di applicazione di questa misura fiscale.

La normativa stabilisce che l’imposta sostituiva agevolata si calcolerà applicando:

l’aliquota del 15% su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro e pari alla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo, d’importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022.

E una franchigia pari al 5% dell’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, che resta assoggettata all’IRPEF secondo i criteri ordinari.

Volendo fornire un esempio di calcolo pratico, ipotizziamo che un soggetto beneficiario della nuova imposta abbia conseguito i seguenti redditi:

  • 2023: 90.000 euro
  • 2022: 60.000 euro
  • 2021: 30.000 euro
  • 2020: 40.000 euro

Il primo step consiste nel calcolare la differenza tra il reddito conseguito nel 2023 pari a 90.000 e il reddito più elevato del triennio 2020-2022, pari a 60.000 euro.

Avremo quindi una differenza pari a (90.000 – 60.000) = 30.000 euro.

Da tale importo, si dovrà poi decurtare la franchigia del 5% dell’importo del reddito più elevato registrato nel triennio, ovvero a 3.000 euro (60.000*5%).

In tal modo, la base imponibile sarà pari a 27.000 euro (30.000 – 3.000) sulla quale, applicando l’aliquota del 15%, si avrà un’imposta sostitutiva pari a 4.050,00 euro.

Come abbiamo detto, la restante quota di reddito subirà l’ordinaria tassazione progressiva Irpef che, nel nostro esempio, sarà pari a 19.990 euro (calcolata sulla differenza tra 90.000 – 27.000 = 63.000).

Pertanto, applicando la Flat tax incrementale si avrà un totale imposte di 24.040,00 euro, contro i 31.600 previsti nel caso si fosse applicata esclusivamente l’Irpef, con un risparmio di 7.560,00 euro. Ci teniamo a precisare che tale esempio di calcolo è una previsione semplificata che non tiene conto di detrazioni o addizionali.