La tregua fiscale occupa un ruolo di primo piano all’interno della Legge di Bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197). Il Governo ha infatti inserito diverse misure volte alla riduzione dei debiti che i cittadini italiani hanno verso il fisco.
Per fare un breve riepilogo di quanto inserito all’interno della tregua fiscale, potremmo dire che le misure principali riguardano:
- lo stralcio dei debiti di basso importo;
- la rateizzazione delle cartelle di debito;
- la riduzione delle sanzioni per le dichiarazioni dei redditi con errori.
Tali misure vogliono tentare di bilanciare le cartelle esattoriali che stanno per arrivare a molti italiani, con importi stimati di 1.132 miliardi di euro.
Vediamo quindi in dettaglio cosa è incluso all’interno della tregua fiscale.
La cancellazione dei debiti con la tregua fiscale
La misura che maggiormente ha fatto discutere, riguarda la cancellazione dei debiti verso il fisco e in particolare delle cartelle esattoriali di importi inferiori a 1.000 euro.
Questa disposizione favorevole si applica a molteplici imposte, come l’IMU, l’imposta di bollo e le multe stradali.
Due però le doverose precisazioni:
- la prima è che l’importo di 1.000 euro deve essere comprensivo delle spese accessorie;
- la seconda è che la misura riguarda esclusivamente le cartelle precedenti al 2015.
In tal modo, il Governo vuole alleggerire il sistema di riscossione cancellando le vecchie cartelle di bassi importi che si presume siano ormai difficili da riscuotere.
Tuttavia, non tutti gli Enti creditori si sono detti felici della pensata dell’esecutivo e per tale ragione, si è lasciata loro la possibilità di sottrarsi a tele misura, creando una pace fiscale parziale.
In ogni caso, lo stralcio – parziale o totale – delle cartelle antecedenti il 2015 e di importo inferiore alle 1.000 euro, avverrà automaticamente entro il 31 marzo 2023. Inoltre, fino a tale data vigerà la sospensione delle procedure esecutive su tali cartelle.
Evidenziamo infine che lo stralcio delle cartelle non si applica per il recupero di aiuti di stato illegittimi, derivanti da condanne della Corte dei Conti, da condanne penali o debiti per risorse UE.
Tregua fiscale e alleggerimento per dichiarazioni con anomalie
Come anticipato, un’altra misura inserita nella tregua fiscale 2023 riguarda l’alleggerimento delle sanzioni per gli errori derivanti dalle dichiarazioni.
Questa disposizione include per forza di cose numerose fattispecie come, ad esempio la presentazione di una dichiarazione con omissioni. In tal caso, la sanzione è del 5% dilazionata in 2 anni.
Chi invece ha presentato fino al 2021 una dichiarazione regolare ma priva del versamento delle imposte, potrà regolarizzare la sua posizione usufruendo di una sanzione ridotta del 3% rateizzabile in 5 anni.
Nei casi di ricezione di avviso di accertamento (o processi verbali della Guardia di Finanza) prevederanno una minore sanzione del 5% rateizzabile in 5 anni.
Infine, tutti i casi riconducibili a delle mere irregolarità formali pagheranno una sanzione di 200 euro da corrispondersi in due tranches il al 31 marzo 2023 e al 31 marzo 2024.
Tregua fiscale e rottamazione delle cartelle
Sempre con la medesima ratio di facilitare il debito ai cittadini da un lato, semplificando l’attività di riscossione e facendo cassa dall’altro, il Governo ha reintrodotto una nuova rottamazione.
Si tratta di una definizione agevolata rivolta sia a privati sia a imprese e riguarda tutte le cartelle per cui è stato depositato il ruolo presso la Riscossione entro giugno 2022. A queste vanno ovviamente escluse quelle di importo inferiore a 1.000 euro che godranno dello stralcio automatico al 31 marzo 2023.
Per tutte le cartelle rientranti nella rottamazione, invece, è stato previsto un piano di rientro con un unico pagamento entro luglio 2023, oppure un rateizzo fino a 18 rate e con le seguenti scadenze:
- la prima rata entro il 31 luglio 2023;
- la seconda rata entro il 30 novembre 2023;
- le altre rate vanno poi pagate ogni trimestre: il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno, a partire dal 2024.
Indipendentemente dal numero di rate prescelto, in caso di rateizzo, la prima e la seconda rata saranno ciascuna pari al 10% dell’importo totale del debito.
Tregua fiscale e liti pendenti, cosa fare?
Concludiamo con quanto stabilito in caso di liti pendenti. In tal caso, o nei casi in cui sia già attivo un contenzioso, se l’atto di accertamento è già arrivato, è possibile chiedere una sanzione ridotta di un diciottesimo.
oltre a questo, è prevista una rateizzazione di 20 rate di uguale importo, per gli accertamenti fino a marzo 2023, con percentuali diverse da versare in base al grado di giudizio:
- 90% in primo grado;
- 40% se l’Agenzia delle Entrate ha perso in primo grado e il processo è in secondo grado;
- 15% se l’Agenzia delle Entrate ha perso in secondo grado e il giudizio è in Cassazione, se il Fisco ha perso in primo e secondo grado, si sana la pendenza pagando il 5%;
- 100%, ma senza interessi a sanzioni, se nei precedenti gradi di giudizio ha vinto l’Agenzia delle Entrate.